L’inventore Max ha un’idea imprenditoriale innovativa che vuole commercializzare creando una start-up. Deposita un marchio che riscontra subito grande successo, tanto che suscita l’interesse dei media locali. A smorzare l’euforia ci pensa però una lettera inviata dall’avvocato di un concorrente.
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Lettera di diffida: quando il proprio marchio pone un problema
Se è vero che per depositare un marchio basta poco, è altrettanto vero che non effettuare una ricerca di marchi anteriori può costare caro: in alcuni casi il marchio può essere dichiarato nullo.
l’IPI non verifica automaticamente se un segno identico
A Max viene intimato di cambiare il nome del marchio e di rimuoverlo da tutti i suoi prodotti in quanto è troppo simile a quello del suo cliente, depositato molto prima. Nella lettera l’avvocato sostiene inoltre che anche il suo cliente opera nello stesso settore (stessa classe di prodotti). Le possibilità di uscire indenni da un contenzioso di questo tipo sono scarse.
Va precisato che il giovane imprenditore aveva scelto di non commissionare una ricerca professionale sui marchi. «Nell’ambito della ricerca, gli esperti verificano se un marchio simile è già depositato nel registro svizzero dei marchi» spiega Matthias Käch, esperto in marchi e formatore PI all’IPI. Al momento del deposito, infatti, l’IPI non verifica automaticamente se un segno identico o simile è già stato depositato o registrato. Questo accertamento è responsabilità del depositante.
Un investimento per il futuro
Il costo di una ricerca professionale dipende dal tipo di marchio e dall’estensione della protezione (Svizzera o altri Paesi). Dopo la ricerca, l’esperto dovrebbe analizzare i risultati e formulare una raccomandazione per il cliente. «È vero che il costo delle ricerche supera quello della registrazione del marchio, pari a 500 franchi. Ma si tratta di un investimento per il futuro», sottolinea Matthias Käch. Gli imprenditori come Max preferiscono risparmiare sui costi, una scelta che in caso di controversia può costare molto cara. L’eventuale rinuncia al marchio implica infatti che l’azienda modifichi tutti i supporti di immagine, come manifesti, materiale di imballaggio, biglietti da visita, sito Internet.
«Il titolare deve difendere il proprio marchio»
Matthias Käch capisce la motivazione delle grandi aziende, anche se spesso si ha l’impressione che si tratti di uno scontro ad armi impari. «Il titolare deve difendere il proprio marchio. Se ne ha la possibilità, dovrebbe verificare regolarmente se sul mercato vi sono nuovi marchi che potrebbero danneggiarlo», afferma Matthias Käch. Gli avvocati e gli studi legali specializzati effettuano ricerche in tutto il mondo servendosi di appositi tool. «Se lasciano correre, i titolari indeboliscono i propri marchi. Agire contro terzi diventa più difficile», spiega l’esperto.
Conclusione
Il marchio è il segno distintivo di un’azienda o di un prodotto. Con il passare degli anni può diventare un bene prezioso. Rappresenta la qualità e il valore del prodotto ed è un investimento a lungo termine. Per riprendere una citazione di Friedrich Schiller: «Verificate sempre prima con una ricerca se volete legarvi per sempre a un marchio.»