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I diritti di proprietà intellettuale giocano un ruolo importante nell'accordo commerciale con l'India

Il 20 marzo il Consiglio nazionale ha approvato l’accordo di libero scambio con l’India firmato dal consigliere federale Guy Parmelin un anno fa a Nuova Delhi. Nel marzo 2024 la Svizzera e l’India hanno concluso un accordo commerciale di ampio respiro, frutto di negoziati durati 16 anni, condotti insieme agli altri Stati dell’AELS (Norvegia, Islanda e Liechtenstein). Nel lungo iter negoziale la Svizzera ha ricoperto il ruolo di capofila. Ursula Siegfried dell’Istituto Federale della Proprietà Intellettuale (IPI) è stata responsabile delle trattative riguardanti i diritti di proprietà intellettuale.

 

Ursula Siegfried ist beim IGE für EFTA Freihandelsabkommen zuständig. Foto: Anatol Heib IGE
 

Che importanza ha avuto il tema della proprietà intellettuale (PI) nei negoziati con l’India?

Ursula Siegfried: L’economia svizzera è fortemente orientata all’esportazione ed è per questo che l’accordo di libero scambio con l’India riveste una grande importanza per il nostro Paese. La protezione della PI è stata uno dei principali nodi delle trattative. I settori che fanno forte uso dei diritti di proprietà intellettuale contribuiscono per un buon 60 per cento al prodotto interno lordo della Svizzera. Per questo la protezione della PI era ed è di fondamentale importanza per il nostro Paese. È quindi chiaro che volessimo ottenere il miglior risultato possibile in questo ambito. A mio parere, ci siamo riusciti.

 

Per quanto riguarda la PI, mi preme evidenziare tre risultati concreti. Primo, l’accordo garantisce che i prodotti protetti da brevetto esportati dalla Svizzera verso l’India non vengano discriminati rispetto a quelli fabbricati in India. Inoltre, semplifica e accorcia le procedure, per esempio quella di opposizione o quelle di rendicontazione imposte dall'India. Secondo, l’accordo migliora la protezione delle indicazioni di provenienza svizzere (Swissness) nelle domande di registrazione di marchi, cosa particolarmente importante per molti settori come quello degli orologi, delle derrate alimentari e dei cosmetici. Il terzo risultato riguarda le indicazioni geografiche. In virtù dell'accordo, i produttori possono richiedere una protezione più elevata, un’opportunità per prodotti come il formaggio, ma anche per i prodotti non agricoli.

 

Nei negoziati relativi alla PI abbiamo quindi raggiunto traguardi di cui possiamo ritenerci soddisfatti, anche se aspiriamo a miglioramenti in alcuni settori, per esempio per quanto riguarda i criteri di brevettabilità e la protezione della documentazione. Intendiamo pertanto portare avanti il dialogo con l’India anche in futuro.

 

La Segreteria di Stato dell’economia (SECO) ha guidato i negoziati. Qual è stato il ruolo dell’IPI?

L’IPI ha il compito di rappresentare gli interessi della Svizzera in materia di PI a livello internazionale e quindi anche nell’ambito dei negoziati relativi ad accordi di libero scambio. La SECO assume la direzione generale e conduce le trattative sugli altri temi. Il mio ruolo consisteva nel negoziare direttamente con i partner indiani in merito alla PI. Le tornate negoziali hanno avuto luogo quattro volte in India e una volta a Ginevra. Tra l’una e l’altra si sono svolte innumerevoli videoconferenze con la delegazione indiana e frequenti colloqui telefonici con il loro capo negoziatore per la PI.

 

Dietro le quinte, hanno lavorato anche altri colleghi e colleghe dell’IPI sia per quanto riguarda i preparativi che durante le trattative sul posto, restando in contatto diretto con me. La fase finale è stata frenetica, tanto che ho dovuto disturbare un collega via SMS e chat nel fine settimana e lui si è precipitato a verificare diversi passaggi del testo, formulando proposte di miglioramento. Questa flessibilità ci ha permesso di concludere i negoziati su questo punto poco prima della fine della giornata in India.

 

Quali sono i fattori più importanti per la riuscita dei negoziati?

Si dice che il successo dipenda per il 95 per cento da una buona preparazione. Nel caso dell’accordo con l’India, però, avevamo pochissimo tempo per prepararci, dato che i tempi erano molto stretti. In alcuni casi, poi, le posizioni erano molto distanti. Servivano soluzioni creative e molta perseveranza. Occorre saper ascoltare attentamente e capire cosa vogliono gli interlocutori – e soprattutto per quale motivo. Inoltre bisogna argomentare, ancora e ancora. Nella fase finale, quando si è trattato di affrontare le ultime questioni irrisolte, la pressione è salita al massimo ed ero in contatto quasi costante con il capo negoziatore svizzero per telefono o per SMS. Il risultato raggiunto è da ascrivere all’eccellente collaborazione di tutte le persone coinvolte, sia all’interno dell’IPI sia con la SECO. Il grande impegno e la perseveranza della delegazione svizzera hanno certamente contribuito in modo significativo alla conclusione dei negoziati.

 

La creazione di un rapporto di fiducia è un altro fattore chiave per una buona riuscita delle trattative. Ho fatto regolarmente passeggiate nel parco del Ministero del Commercio con il mio omologo indiano o proseguito il dialogo a due durante una pausa caffè. Questo ci ha permesso non solo di discutere a fondo le questioni di contenuto, ma anche di conoscerci meglio personalmente e di costruire un rapporto di fiducia. In questo modo è stato più facile superare le differenze relative al contenuto, perché abbiamo capito meglio cosa voleva la controparte e perché e dove c’era spazio per un compromesso. La fiducia reciproca e la volontà di fare uno sforzo in più per trovare una soluzione hanno contribuito in larga misura all’esito positivo. Quando si riesce a collaborare in modo costruttivo per arrivare a una soluzione, il lavoro diventa un vero piacere.

 

Ursula Siegfried ha studiato relazioni internazionali a Ginevra e Londra e ha lavorato per diverse organizzazioni a Ginevra nei settori dei diritti umani e dello sminamento. Dopo essere stata responsabile per i Paesi del Sudamerica presso il Dipartimento federale degli affari esteri per diverso tempo, undici anni fa è passata all'IPI, dove da cinque anni si occupa delle relazioni bilaterali e degli accordi di libero scambio. In particolare, ha negoziato per conto della Svizzera i capitoli riguardanti la PI negli accordi di libero scambio con il Cile, il Kossovo e la Thailandia.

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