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La «città eterna» protegge le arti sceniche
Camminando per i corridoi dell’IPI sembra di compiere un breve viaggio attraverso l’Europa: le sale riunioni prendono infatti i nomi di città quali Parigi, Monaco di Baviera o l’Aia. Non si tratta comunque di semplici suggestioni per la destinazione delle prossime vacanze. Anche la «città eterna» è entrata nella geografia della proprietà intellettuale con un accordo che porta il suo nome. Infatti fu proprio a Roma che venne siglata, verso la metà del 20° secolo, la Convenzione internazionale sulla protezione degli artisti interpreti o esecutori.
Menzionata più raramente, ma importante quanto gli accordi di cui abbiamo già parlato (come quelli di Parigi o di Nizza), la Convenzione internazionale sulla protezione degli artisti interpreti o esecutori, dei produttori di fonogrammi e degli organismi di radiodiffusione riveste un ruolo altrettanto significativo nella cornice degli accordi internazionali sulla proprietà intellettuale. Fu conclusa a Roma nel 1961 e conta oggi 97 Stati membri. In Svizzera, è entrata in vigore nel 1993.
La Convenzione di Roma protegge gli artisti interpreti – ossia attori, musicisti e ballerini – ponendo quale condizione il loro consenso ad alcuni atti quali la trasmissione e la comunicazione al pubblico di una loro esibizione dal vivo. Quanto ai fonogrammi (con questo termine, la Convenzione intende «qualunque fissazione esclusivamente sonora dei suoni di un’esecuzione o di altri suoni»), i loro produttori hanno il diritto di autorizzarne o vietarne la riproduzione diretta o indiretta. Allo stesso modo, la Convenzione di Roma permette agli organismi di radiodiffusione di autorizzare o interdire la ridiffusione delle loro emissioni. Questi sono solo alcuni dei numerosi scenari che il trattato definisce e protegge.
La protezione dura almeno 20 anni. Tuttavia, sempre più sovente le legislazioni nazionali prevedono una durata di 50 anni, almeno per quanto concerne i fonogrammi e le esibizioni.
L’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (OMPI) amministra la Convenzione di Roma insieme all’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) e all’Organizzazione delle Nazioni unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO). Queste tre istituzioni non hanno un organo con una sede geografica precisa, ma funzionano attraverso un Comitato intergovernativo composto da rappresentanti di 12 Paesi.
Vi diamo appuntamento a mercoledì prossimo, quando concluderemo la serie sulle capitali della proprietà intellettuale con un viaggio nei Paesi Bassi...