Negli Stati Uniti l’industria creativa riveste un ruolo di spicco dal punto di vista economico, anche grazie a Hollywood. Come si prospetta la situazione di questo settore in Svizzera?
Hansueli Stamm:
- Nel nostro Paese non esiste un palcoscenico paragonabile a Hollywood, ma il settore creativo non si compone esclusivamente dell’industria cinematografica. I dati differiscono a seconda della fonte. La raccolta di dati più completa in questo ambito è stata eseguita dal Zurich Centre for Creative Economies (ZCCE) e raggruppa diverse fonti. I dati sono stati raccolti da 13 rami, i cosiddetti submarket, e spaziano dall’architettura all’artigianato, passando per la musica e la stampa. Considerando tutti questi settori complessivamente, l’industria creativa genera circa il 2 per cento della performance economica annua della Svizzera, ossia del PIL. A titolo di paragone, questo valore è circa tre volte superiore al contributo dell’intero settore agricolo.
Il campo in prima posizione per il numero di impiegati e il maggior fatturato è quello dell’industria dei software e dei videogiochi, seguito da quello dell’architettura. Da un punto di vista geografico, il Cantone di Zurigo contribuisce maggiormente all’industria creativa, seguito dal Cantone di Berna e dal Cantone di Vaud.
Si dispone di cifre o di studi sul numero di creativi che già utilizzano l’IA?
Non dispongo di molte cifre. Lo studio sul tema dell’IA che abbiamo commissionato all’azienda PwC offre dati relativamente recenti e i risultati verranno ufficialmente pubblicati in occasione dell’evento CLTR 2024 il 5 novembre a Basilea.
Nel quadro di questo studio sono stati intervistati oltre 500 creativi e diversi esperti svizzeri. Circa un terzo di essi non utilizza attualmente l’IA; tuttavia, mentre una metà non intende utilizzarla nemmeno in futuro, l’altra metà prende in considerazione tale possibilità.
Altrettanto interessanti sono i risultati di un'indagine pubblicata recentemente da parte del ZCCE, dai quali emerge che l’11 per cento delle start-up appartenenti al settore creativo si interessa all’IA. Si evince quindi che questa tecnologia si sta già imponendo come modello commerciale in questo campo e attira capitale corrispondente.
Qual è il ruolo rivestito dalle piattaforme nella distribuzione delle opere creative?
In un’ottica economica, le piattaforme sono strumenti molto interessanti. In linea di massima, più utenti attirano e più hanno successo. Si tratta di una dinamica con un effetto auto-rinforzante: maggiore è il numero di utenti, più attrattiva sarà la piattaforma, e così via. La tendenza riscontrata è l'esistenza di un numero limitato di piattaforme, ma di grandi dimensioni. Queste esercitano un potere considerevole sia nei confronti degli utenti che ad esempio consumano musica, ma anche verso i creativi che le utilizzano per proporre la loro musica.
Nel frattempo, in Svizzera, quasi il 90 per cento dell’utile del settore musicale proviene ormai dallo streaming e lo stesso vale probabilmente anche per il settore video. In entrambi gli ambiti sembra tuttavia che sia stato raggiunto un determinato stadio di saturazione.